"Stava diventando sensibile al dolore che trovava nel suo lavoro, un pericolo che lo indeboliva nell’azione".
E’ una frase rivelatrice, forse addirittura un riassunto in due righe della lunga serie di storie che compongono questo libro. Lelio, caposquadra dei vigili del fuoco, è un soldato sempre in guerra. I suoi nemici si chiamano fiamme, fumo, acqua, fango, macerie, esplosioni, terremoti, cianuro che si sprigiona dall’imbottitura di un divano che brucia, vapori velenosi, edifici pericolanti, tetti e pareti che crollano, schiacciano, imprigionano. Le sue armi sono l’ascia, l'idrante, il piccone, il divaricatore, le cesoie, il cuscino vetter, la bombola d’ossigeno. Come ogni guerriero, Lelio vive una vita al massimo, un quotidiano fatto di brevi pause, adrenalina al galoppo, terrore puro, abnegazione assoluta. Vita e morte in un attimo, la sua e quella degli altri.
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